Percorrere l’intero Golfo di Policastro in moto è un’esperienza sensazionale. Da Camerota, in Campania, fino a Scalea, in Calabria, passando per Maratea in Basilicata, questa insenatura del mare Tirreno rappresenta una delle zone più incantevoli d’Italia. Promontori rocciosi in cui si insenano calette, grotte, piccole spiagge e un mare dalle acque cristalline… un susseguirsi di meraviglie naturali da scoprire!
Il tratto finale del Golfo di Policastro coincide con l’inizio della Riviera dei Cedri, l’area settentrionale del litorale tirrenico cosentino. Siamo ai piedi del Parco Nazionale del Pollino, dove le vette imponenti e le foreste rigogliose fanno sentire la loro presenza. Su questo spicchio di golfo alcune chicche naturalistiche si concentrano in pochi chilometri di costa.
Un itinerario in moto nell’Alto Tirreno Cosentino merita di essere preso in considerazione. Approfondiamo, dunque, quali strade percorre e cosa vedere all’ingresso della Calabria.
Come si raggiunge l’Alto Tirreno cosentino in moto?
Detta l’ovvietà che l’ideale sarebbe quello di percorrere l’intero Golfo di Policastro in moto, sulla magnifica SS18… Provenendo dall’Autostrada A2 Salerno-Reggio Calabria, l’uscita da prendere è quella di Lagonegro Nord. Ci troviamo in Basilicata e dobbiamo discendere lungo la SS 585 Fondo Valle del Noce, una strada larga, con curve morbide che, costeggiando il fiume Noce, attraversa il suggestivo paesaggio che digrada dalle montagne del Massiccio del Sirino (2005m s.l.m.) fino alla Riviera dei Cedri.
Arrivati sulla costa ci ritroviamo sulla SS18 Tirrenica Inferiore, un tempo strada regia delle Calabrie, una delle più importanti e lunghe arterie del sud Italia che collega, lungo la costa tirrenica, Napoli a Reggio Calabria. Siamo ad un bivio: a destra la Basilicata, con la sorprendente costa di Maratea; a sinistra, prendendo direzione Scalea – Reggio Calabria, ci tuffiamo in Calabria.
Cosa vedere alla punta estrema del Golfo di Policastro
La SS18 in questo tratto scorre veloce e distante dal mare. Ne percorriamo 8km per prendere l’uscita “Praia a Mare, Torre Fiuzzi, Isola di Dino” che si incontra dopo la galleria. Questa uscita è strategica: qualche simpatico tornante vi porta dritti verso le attrazioni principali, ma soprattutto vi permette di gustare il panorama dell’alto.
Ma organizziamo per tappe questa esplorazione dell’Alto Tirreno Cosentino in moto.
L’Isola di Dino
Arrivando sulla costa si scorge dall’alto un isolotto: è l’Isola di Dino. Lunga circa 1km, larga appena 100m e contornata da un invitante mare dalle acque blu cobalto, Dino è la più grande delle uniche due isole calabre. Quasi completamente ricoperta di macchia mediterranea, ha fianchi rocciosi piuttosto scoscesi sui quali l’erosione del mare ha dato vita a molte grotte, tra cui le più belle sono la Grotta Azzurra e la Grotta delle Cascate, popolate tra l’altro da nutrite varietà di pesci.
Sulla punta estrema che guarda verso il mare, a quasi 100m s.l.m., restano le rovine di una cinquecentesca torre di avvistamento. Sul versante che guarda la terraferma è presente una lingua di scogli discontinua che sembra accorciare le distanze con l’isola, ma che tuttavia non consente di raggiungerla a piedi. Ad ogni modo, per i nuotatori provetti è possibile arrivarci a nuoto, visitare la Grotta del Leone e fare qualche tuffo dagli scogli. In alternativa, si può noleggiare un pedalò o un’imbarcazione per circumnavigarla nel suo intero perimetro di 4km.
Negli anni 60 fu acquistata dagli Agnelli, che avevano in progetto la realizzazione di un resort di lusso, di cui restano un piccolo molo, 1700m di strada che collegano alla parte alta dell’isola e alcuni cottages.
Torre Fiuzzi

A pochi passi dall’Isola di Dino c’è una suggestiva scogliera nera. Passeggiando, vi potete addentrare tra irte rocce scure che nascondono preziose insenature di sabbia nera e archi naturali, sovrastati da una costruzione fortificata: Torre Fiuzzi. La torre è ben conservata e offre una spettacolare visuale sul Golfo di Policastro. Lo scenario d’eccezione l’ha resa oggi una location molto ambita per matrimoni e cerimonie. Questa torre, risalente al XVI sec, faceva parte, insieme alla torre dell’Isola di Dino, alla torre Crawford di San Nicola Arcella e alla torre di Castrocucco, di una rete di sistemi d’avvistamento contro le incursioni turche.
A partire da Fiuzzi la costa si fa più tormentata, con falesie che precipitano nel mare, disegnando baie appartate raggiungibili solo in barca o tramite ripidi sentieri. Seguendo la tortuosa ma panoramica SP1, che collega Praia a San Nicola Arcella, si incontrano diversi punti panoramici con viste spettacolari. Si tratta forse dell’itinerario in moto più bello che si possa percorrere nell’alta costa tirrenica della Calabria… peccato che una frana interrompa il tracciato poco dopo Praia. Tuttavia, questa strada panoramica meriata di essere esplorata.

Guarda il video su Instagram per un assaggio di SP1 e dello spettacolo della Spiaggia dell’Arcomagno!
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Come arrivare all’Arcomagno 2022
Attraverso la SP1 raggiungiamo la Spiaggia di San Nicola Arcella, un arenile su cui affacciano bar, ristoranti e lidi attrezzati. I colori della costa sono sensazionali: è la Baia Azzurra, con la sua acqua limpida e cristallina, la sabbia fine e scura, la Torre Crawford (XVI secolo) che domina da un lato e un promontorio roccioso che dall’altro lato…. nasconde e custodisce un tesoro della natura da conquistare!
Tra le rocce si cela un’insenatura isolata, che senza dubbio è la più bella della Calabria. Raggiungerla non è scontato: c’è da affrontare una ripida scalinata e un piccolo sentiero scavato nella roccia. Ma il paradiso di colori ripaga la fatica. Qui l’azzurro del mare è inverosimile, abbagliante… Il colore dei fiori incastonati tra gli scogli dorati vivacizza il panorama. È la Spiaggia dell’Arcomagno, una piccola insenatura di 25m, delimitata da due archi naturali creati dall’ attività erosiva del mare sulle rocce: l’Arcomagno e l’Arco di Enea.


Tra questi speroni rocciosi, la leggenda narra che si nascondessero i Saraceni durante le incursioni sulle coste calabresi. La grotta che si apre in questa insenatura è appunto chiamata la Grotta dei Saraceni e custodisce al suo interno una sorgente d’acqua dolce. Insomma, un vero angolo di paradiso che vale la pena di essere raggiunto.
San Nicola Arcella
Riprendendo la SP1, chiudiamo questo itinerario in moto lì dove finisce il Golfo di Policastro. Qualche tornante panoramico ci porta sulla collina dove arroccato troneggia il paese di San Nicola Arcella. Campeggia sull’abitato la chiesa di San Nicola da Tolentino del XVII secolo. Il centro storico è un continuo districarsi di viuzze in pietra bianca che ospitano bellezze storiche e architettoniche, oltre che vivaci botteghe artigiane, locali, ristoranti… Inoltre, attireranno la vostra attenzione i murales di un artista locale che racconta sulle pareti delle case la storia, i modi di dire e il dialetto di San Nicola Arcella. Un piccolo museo a cielo aperto…
Il Golfo di Policastro in moto
Il Golfo di Policastro è una delle meraviglie italiane da scoprire. Le bellezze naturalistiche, gli spettacolari paesini, il mare, le montagne, le vedute mozzafiato… la cultura, il buon cibo, l’accoglienza e… le strade motociclisticamente da urlo! Non manca proprio nulla! In questo itinerario nell’alto cosentino in moto, abbiamo percorso la coda finale del Golfo di Policastro, che nasconde una perla preziosa a coronare l’incanto. Il tempo di percorrenza è breve, in una giornata si compie l’intero tratto. Ci troviamo ai piedi del Parco Nazionale del Pollino, che potrebbe rappresentare la successiva tappa per un viaggio in moto o potrebbe interessarti esplorare l’intero Golfo di Policastro… leggi Maratea in moto: un patrimonio di curve e tornanti oppure Costiera Cilentana in moto: uno scrigno di tesori
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