Indossare il paraschiena, in caso di incidenti, può fare la differenza. Molti motociclisti pensano che l’abbigliamento tecnico da moto sia superfluo. Invece, indossare le protezioni può evitare, o quanto meno ridurre, gravi traumi
Il paraschiena: cosa indicherà mai questa parolona? Che aggeggio diabolico sarà mai codesto oggetto? Ma esiste? Oppure è un figura mitologica?
Bando alle ciance!! Quanti di voi sanno di cosa sto parlando? E soprattutto a cosa serve?
Io spero siate in tanti a capirmi, ma………
Inizio a dire che il paraschiena non è un ausilio ortopedico (quindi non ci vuole la prescrizione medica), non è una cinto per l’ernia, né un busto per la schiena, né un corsetto sexy (Piacerebbe eh…! Monelli! ).
Allora cosa è??? Il paraschiena è “semplicemente” una protezione della colonna vertebrale che evita lesioni a livello spinale. Il concetto è semplice, il paraschiena è uno scudo articolato con un corpo morbido all’interno che ha la capacità di assorbire gli urti e proteggere la shiena del pilota.
Qualche dato statistico
L’Istituto Superiore di Sanità (ISS), ha dimostrato che l’utilizzo di attrezzature contrassegnate con la sigla EN 1621-2/12, che è il codice di omologazione per i paraschiena, riduce circa il 60% delle lesioni alla spina dorsale. Lo studio condotto da tra il 2011 e il 2014, nell’ambito del progetto ST.E.P. (STudio Efficacia Paraschiena), ha interessato un campione di 2650 incidenti che hanno coinvolto motociclisti e passeggeri. Potete dare un’occhiata ai dati epidemiologici direttamente sul sito dell’ISS cliccando qui.
All’interno dello stesso studio sono stati identificati dispositivi a bassa efficacia, ovvero indumenti con rinforzi protettivi, e dispositivi ad elevata efficacia, come il paraschiena a guscio rigido.
Come nasce il paraschiena?
Nacque da un idea di un pilota Barry Sheene, che nel 1981 provò ad accoppiare una base morbida ad una conchiglia rigida, per proteggersi dalle cadute.
Ma fu nel 1983 che si capì il reale potere protettivo del paraschiena, infatti in quell’anno un altro pilota Freddie Spencer subì una brutta caduta durante i test sulla pista di Kialami in Sud Africa e si salvò la vita grazie al paraschiena. Da allora fu usato su tutte le piste e anche da tutti gli altri piloti che ancora non credevano nella protezione di quell’oggetto.
Il primo modello di paraschiena si chiamava Aragosta, dal nome del medesimo animale.
Mentre fu nel 1987 che il Sig. Lino Dainese, con la collaborazione del designer francese Marc Sadler, immisero sul mercato il paraschiena a placche che si ispirava all’armadillo, un simpatico animaletto che dispone di un guscio rigido sulla schiena che lo difende da eventuali pericoli e predatori.
Come funziona
Il paraschiena fa in modo che se prendiamo una caduta e battiamo la colonna vertebrale sull’asfalto, o qualsiasi altro ostacolo, ci evita gravi danni alla spina dorsale, assorbendo una grande percentuale dell’urto.
Che dite serve a poca cosa? Praticamente ci salva la vita al pari del casco e nella migliore delle ipotesi ci risparmia qualche mese di letto di ospedale…..
Dopo la Dainese anche altre ditte hanno iniziato la produzione di paraschiena tipo: Alpinestars, Zandonà, Rev’it, Hevik, Forcefield e tante altre.
E oggi non c’è un pilota che non lo indossi.
Quindi perché non dovremmo farlo anche noi, visto pure che su strada siamo molto più in pericolo che su pista?
Come è fatto
In genere, il paraschiena è costituito di materiale plastico e elementi che assorbono gli urti. Tipo un sandwich, è fatto di uno strato plastico esterno e uno di materiale assorbente a contatto con la colonna. Ci sono anche modelli totalmente in materiale assorbente flessibile.
Sono fatti in modo da non impedire i movimenti e dare un adeguato comfort al motociclista .
Possono essere indossati da soli oppure nelle apposite tasche dei giubbotti.
L’omlogazione EN 1621-2/12 prevede una distinzione in: FB – Full Back Protector, che proteggono schiena e scapole; CB – Central Back Protector, è il classico paraschiena centrale per la colonna; LB – Lower Back Protector, che protegge solo la zona lombare.
Inoltre, tenete presente che il livello 2 offre livelli raddoppiati di protezione rispetto al livello 1 di omologazione, dunque da preferire.
Come sceglierne la misura
I paraschiena devono essere scelti della giusta misura. Sembrerebbe una precisazione inutile, invece va sottolineato che dimensioni non corrette potrebbero inficiare il lavoro di protezione. Inoltre, una misura non esatta renderebbe l’oggetto scomodo e poco pratico.
Dunque, i criteri per acquistarlo sono due: l’altezza e la circonferenza vita. Solitamente i produttori indicano dei range di misura per l’altezza e quindi la lunghezza della schiena. Mentre per la circonferenza vita per lo più si utilizzano le misure S, M, L, come per l’abbigliamento. Ad ogni modo, considerate che le bretelle sono regolabili mediante ganci appositi e velcri, pertanto potrete apportare le appropriate regolazioni per ottenere il perfetto confort.
Infine date un’occhiata all’areazione. Questo fattore è di maggior rilievo in estate, quando il caldo rende necessaria una maggiore traspirazione della pelle. Devono essere presenti sufficienti fori di ventilazione per ampie canalizzazioni d’aria.
In conclusione
E allora perché continuare a non usarli, forse il prezzo????
No non è un buon deterrente, se ne trovano in giro di omologati per nemmeno 100 Euro, anche se come disse un amico “sono i soldi sicuramente più sprecati”.
Ecco, controllate sempre che siano omologati e non abbiate timore di spendere qualche euro in più. Penso che la nostra pellaccia valga più di un centinaio di euro, o sbaglio???
Ultimo avvertimento, ma molto molto importante! Non cedete alla tentazione di risparmiare qualche euretto comprandolo on line su siti che vendono a pochi spiccioli paraschiena di qualità. La maggior parte sono dei Falsi che non vi proteggono anzi….. fanno male!!
Scherzi a parte! Il mio consiglio è di usare sempre il paraschiena e che sia originale, certificato e della misura corretta.
Mi auguro che vi abbia fatto piacere leggere questo articolo sulle protezioni e la sicurezza, tema a noi molto a cuore. Puoi leggere anche Pantaloni da moto, questi sconosciuti… Fateci sapere con un mi piace se l’argomento vi interessa e condividete l’articolo con un amico motociclista. Buona Strada a tutti!