Ischia in moto: 3 giorni d'emozioni

Ischia in moto: 3 giorni d’emozioni

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“Diario di moto” di una vacanza ottobrina in moto sull’Isola d’Ischia

Pronti alla partenza per Ischia in moto. Sono le 9:30 di mattina di venerdì 11 ottobre. Il gruppo si riunisce: le moto sono luccicanti e cariche di bagagli; l’entusiasmo è palpabile e i sorrisi abbondano. 

Nei nostri progetti c’era la partecipazione al motoraduno di Ischia. Già 3 anni prima avevamo fatto una bellissima esperienza con gli Ischia Bikers, che ci avevano portato in giro per tutta l’isola durate un motoraduno itinerante davvero ben organizzato.

Quest’anno (2019), purtroppo, problemi tecnici e difficoltà burocratiche hanno impedito al Motoclub la realizzazione dell’evento… Ma noi, imperterriti, dovevamo ripercorrere le strade di Ischia. Ed ecco il diario di moto di una entusiasmante esperienza: una vacanza ottobrina sull’Isola d’Ischia.

In partenza per Ischia

Partiamo per Ischia con tutta calma. Abbiamo 4 ore per raggiungere Pozzuoli, dove il traghetto ci aspetta alle 14.00. Siamo in sette, su 4 moto. Ben rappresentate le BMW con una F 700GS ed una R1200 RS. Immancabili le giapponesi: Suzuki V Strom 650 e Kawasaki ER-6N presenti all’appello. Viaggio tranquillo, itinerario non trafficato e una sosta in Autogrill sarà sufficiente….

Raggiunta Pozzuoli, dalla tangenziale di Napoli, ha inizio lo spettacolo: si apre il sipario sul mare. Usciti dalla sopraelevata, ci si addentra nel centro storico e si percorre la discesa verso il golfo per raggiungere il porto.

L’attesa di imbarcare le moto ci carica di un senso di attenta trepidazione. Portare le due ruote sul traghetto… che cosa entusiasmante! Prendere il mare, per chi non lo fa di frequente, è sempre un’emozione particolare… Vedere la terra che si allontana, i palazzi che diventano sempre più piccini, il luccichio del mare che si espande tutt’intorno e la schiuma delle onde che diventa l’unico punto di riferimento per lo sguardo… Ci si sente piccoli piccoli su quelle navi così grandi che sembrano dominare l’immensità mare. 

Il biglietto andata e ritorno per Ischia, grazie all’intervento di un’agenzia di viaggi e forse complice la bassa stagione, ci è costato solo €55.  Il tempo di traghettamento con la Caremar è durato 1 ora e 10 min. Non ci è pesato fare scalo a Procida che, ammirandola dalla nave, è diventata soggetto delle nostre foto ricordo.

Ischia in moto: 3 giorni d'emozioni
Vista di Procida dal traghetto

Se vuoi verificare i trasferimenti in traghetto disponibili per Ischia, consulta in motore di ricerca qui sotto 👇​.

Servizio traghetti a cura di Traghettilines

Approdo sull’Isola d’Ischia

Arriviamo sull’isola d’Ischia alle 15:10, come da programma, e decidiamo di raggiungere subito l’albergo. La struttura che ci ospiterà è l’Hotel Bagnitiello, collocata nella baia omonima, a Casamicciola, a pochi minuti dal porto di Ischia. Abbiamo speso davvero poco: €23 a persona per notte, compresa colazione. Panorama stupendo, vista mare… ma certo non potevamo aspettarci un grande lusso…!

Scaricate le moto ed appropriatici delle camere, decidiamo di andare subito ad Ischia per visitare il castello Aragonese. L’ultimo biglietto viene emesso un’ora prima della chiusura, che di solito avviene al tramonto. Così, sapevamo di dover essere alla biglietteria entro le 17. Passiamo tranquilli la zona ztl, ci dicono che le moto possono transitare, e troviamo parcheggio a pochi passi dal castello. Il Maniero sorge su un isolotto appena distaccato dall’isola grande, collegato ad essa per mezzo di un ponte in muratura.

L’isolotto, in realtà, ospita non solo il castello, ma l’intero borgo di quella che è conosciuta come Ischia Ponte. Fino alla metà del 1700, cioè fino a quando cessarono gli attacchi dei pirati, gli ischitani, terminate le attività agricole e di pesca, correvano a rintanarsi nella fortezza. Fu solo dopo questo periodo che la gente cominciò ad abbandonare il castello in cerca di una più comoda dimora, iniziando a popolare l’intera isola. Nel 1800 il castello venne quasi completamente distrutto da un bombardamento inglese e ricostruito solo agli inizi del 1900.

Il percorso nel castello dura un’oretta e mezza ed è lungo quasi 2 km. Salite, discese e scalinate ripide caratterizzano la visita. Non portarsi dietro caschi e giubbotti è stata un’ottima idea! E’ inutile dire che dal castello si gode di vedute meravigliose. Da una parte Procida, Capri e il Golfo di Napoli e dall’altra l’Isola con il suo verde lussureggiante e le sue casette sparpagliate…

Terminato il ginnasticante giro all’interno del castello Aragonese è ormai l’ora del tramonto e ci soffermiamo ad ammirare la luce che avvolge il paesaggio. Le ombre si allungano e  diventano sempre più morbide, fino a scomparire. Si accendono i lampioni ed è piacevole passeggiare lungo via Mazzella, tra i negozietti colorati ed il profumo invitante dei ristoranti.

Ischia in moto: 3 giorni d'emozioni
Ischia ai piedi del Castello Aragonese al tramonto

Decidiamo di fermarci da Picozzi, ristorante & pizzeria dal 1890. Ne avevamo trovato notizie su internet… possiamo confermare che è stata una buona scelta. Ci siamo accontentati del menù turistico, ad €15, che prevedeva ottime linguine ai frutti di mare, una squisita orata con pomodorini ed olive e del vino alla mescita.

La giornata è stata lunga e, dunque, decidiamo di tornare in albergo. Prima di darci la buonanotte, facciamo un piccolo briefing nella hall dell’albergo. Il programma del “giorno 2” era quello di partire subito per giro di tutta Ischia in moto. Muovendoci in senso antiorario, saremmo dovuti arrivare a Sant’Angelo per l’ora del tramonto. Ma qualcuno di noi aveva raccolto informazioni sulle terme di Bagnitiello ed ha iniziato a stuzzicare la nostra voglia di relax e coccole…

Giorno 2: il giro di Ischia in moto

Appuntamento alle ore 8:30 per la colazione. Ore 9:00 paghiamo quelli che saranno definiti i €6 più ben spesi della nostra vita! Ahahah! Terme O’Vagnitiello. Dall’albergo, ci è bastato scendere una scala e ci siamo ritrovati tra piscine d’acqua calda, sauna naturale, idromassaggio termale, un mare stupendo ed il folto verde della macchia mediterranea della baia di Bagnitiello. Vista sul Golfo di Napoli, con barche a vela e motoscafi saltellanti, su un mare smeraldo spumeggiante, sono stati il panorama di cui abbiamo goduto immersi nelle piscine. 

In pieno relax, tra sauna e piscina, un tuffo in mare e l’idromassaggio, abbiamo conosciuto una coppia di motociclisti: succede così, tra di noi ci riconosciamo… Paola e Alberto, habitué dell’Isola d’Ischia, ci consigliano di andare a mangiare da “Gisella”. “Uno straordinario rapporto qualità prezzo!” ci dicono. Così prenotiamo e, con l’idea di avere una meta golosa da raggiungere, è stato più facile abbandonare le coccole tremali per riprendere il giro di Ischia in moto… Alle 12:30 eravamo in sella, in direzione Casamicciola. Iniziamo, così, a percorrere la Strada Statale 270 “dell’Ischia Verde“, un itinerario in moto ad anello intorno all’Isola.

Lacco Ameno

Prima tappa a Lacco Ameno per vedere uno dei simboli di Ischia: “Il Fungo“. Si tratta di uno scoglio di tufo verde, alto circa 10m, eruttato, in tempi preistorici, dall’Epomeo, il monte più alto di Ischia. L’erosione del mare gli ha donato, nel tempo, la caratteristica forma che lo ha reso famoso.

Ischia in moto: 3 giorni d'emozioni

Parcheggiamo vicinissimi al Fungo. Di fronte al porticciolo turistico, nascosto da una siepe, c’è un posteggio gratuito dedicato alle moto. Dopo una passeggiata sul lungomare, affamati a seguito delle cure termali, che evidentemente avevano riattivato in noi il metabolismo 😁, chiediamo indicazioni su dove mangiare una buona pizza. Il benzinaio ci suggerisce una pizzeria nel vicolo… “I Liceali”: un localino semplice, con pochi posti a sedere, che prepara un’ottima pizza napoletana, economica e ad una velocità da guinness.

Giardini di Mortella

Poi riprendiamo l’itinerario di Ischia in moto impostando il navigatore per i Giardini La Mortella. Li avevo già visitati una decina d’anni prima e me ne era rimasto uno splendido ricordo. Procedendo sempre sulla SS 270, entriamo nel comune di Forio, nella parte occidentale dell’isola d’Ischia. Tra i vicoli e le stradine del promontorio si nasconde questo museo-giardino meraviglioso. Girovagando per trovare l’ingresso, capita di imbattersi in belvederi stupefacenti, come quello di San Josemaria Escrivá, da cui si ammira una fantastica veduta della baia di San Francesco.

Ischia in moto
Belvedere San Josemaria Escrivá, con veduta sulla baia di San Francesco

Il giardini La Mortella appartenevano ai coniugi Walton, una coppia  inglese stabilitasi sull’isola nel 1949. Lady Susana Walton, appassionata giardiniera, sviluppo l’idea di questo giardino mediterraneo e subtropicale. Oltre 2 ettari di terreno, con laghetti, fontane, serre, e più di 3000 specie di piante, tra cui alcune molto rare. Un luogo davvero suggestivo, in cui passare un’oretta di tempo passeggiando serenamente. Distende e meraviglia…

Forio, all’opposto di Ischia…

Solo 10 minuti ci separano dalla tappa successiva. Forio è la cittadina più popolosa dell’Isola d’Ischia. La leggenda narra che un abitante dell’isola, stanco di vivere nel castello, in cui si rifugiavano oltre 4000 persone, disse “fuori io” e se ne andò nella parte opposta dell’isola a fondare questa nuova cittadina. Molto bello il centro storico con le sue tipiche viuzze, i palazzi nobiliari e i negozietti colorati. Ma un luogo, più di tutti, ha attirato la nostra attenzione. Altro simbolo dell’isola d’Ischia è la chiesetta del Soccorso. Un posto suggestivo in cui ci siamo trovati al tramonto e con tanto di celebrazione nuziale.

Sant’Angelo: esclusivo borgo pedonale

Ci mettiamo fretta: è già il tramonto e saremmo dovuti essere a Sant’Angelo. Per fortuna le distanze sull’isola sono davvero brevi. Poco meno di 7 km e siamo giunti a destinazione. Definita una delle location più esclusive dell’isola, Sant’Angelo è una piccola bomboniera arroccata su un promontorio roccioso, tappa imperdibile per un tour di Ischia in moto. Di fronte a sé ha un’isolotto, che rappresenta un’altro simbolo di Ischia.

Il centro abitato è completamente pedonale, dunque, lasciamo la moto e ci incamminiamo a piedi. La luce crepuscolare rende lo scenario fiabesco, romantico, sognante. Le luci del borgo si accendono e, come tante stelle luminose, decorano il paesaggio. Tra i vicoli, ammiriamo meravigliose boutique e  coloratissime botteghe di ceramiche ischitane. Poi si arriva nella piazzetta, che dà sul porticciolo turistico, ai piedi dell’isolotto, circondata da eleganti caffè. Tempo di fare qualche foto, poi….

E’ il momento di Gisella, si mangia pesce!! Se non fosse stato per il consiglio di Luisa e Guido, gli amici motociclisti, non avremmo mai trovato questo ristorante. Abbarbicato sopra la baia di Sorgeto, il locale gode di una meravigliosa veduta su Sant’Angelo. Nascosto tra gli alberi d’ulivo, “da Gisella” è un posto semplice, una trattoria tipica. Porzioni abbondanti, come piacciono a noi, e cucina squisita ci permettono di dare un ottimo voto a questa struttura. Rapporto qualità-prezzo veramente eccezionale! 

Dopo cena, decidiamo di abbandonarci alla vita mondana. Così torniamo indietro e ci rilassiamo tra vicoli e vicoletti di Forio, frequentato da turisti anche in ottobre, alla ricerca di qualche souvenir. Alle 10.30 c’è ancora qualche bottega aperta…

Giorno 3: a Maronti con sorpresa…

Ed è già il giorno del ritorno da questo fantastico giro di Ischia in moto.. Il nostro itinerario di Ischia in moto si conclude la domenica. Il traghetto salpa alle 15.30; cosa riusciamo a vedere in mezza giornata? Le ipotesi erano due: alcuni volevano raggiungere la vetta del monte Epomeo; altri erano curiosi di vedere le fumarole della spiaggia dei Maronti. Tra le due scuole di pensiero è prevalsa la seconda. In realtà, ben pochi di noi avevano voglia affaticarsi prima della partenza. L’ascesa al Monte Epomeo, infatti, è assolutamente da fare a piedi, per immergersi tra tipicità naturali e geologiche dell’Isola. Ma ai Maronti non ci è andata molto meglio… 3km di spiaggia da fare a piedi! Ahahah! Non tutti hanno resistito sotto quell’eccezionale sole cocente di ottobre. Circa metà del gruppo ha gettato gli ormeggi, non prima però di aver visitato le terme di Cavascura. 

Le terme di Cava Scura

Le troviamo per caso, infilandoci in un canyon tra le rocce, alla ricerca di un po’ d’ombra e refrigerio. A saperlo prima, ci saremmo attrezzati per poter godere di queste antiche terme romane. Un luogo molto caratteristico, scavato nella roccia tufacea da rivoli di acqua bollente che scorrono dalla montagna. Qui è tutto molto spartano: saune naturali prendono vita in grotte scavate nel tufo; letti di pietra ricavati nella roccia permettono di “coccolarsi” nelle acque termali; i fanghi curativi vengono estratti dalle cave in secchi . Insomma, oltre al beneficio che se ne ricava, si vive la simpatica situazione di immergersi in uno stabilimento termale di epoche antichissime. 

Le fumarole

Di lí in poi soltanto alcuni di noi hanno raggiunto le fumarole. Spettacolo un po’ deludente, dopo più di mezz’ora di cammino…! Ci aspettavamo una situazione rovente, invece, il tutto si riduce ad un piccolo spazio recintato, da cui si possono osservare delle emanazioni di vapore e gas che fuoriescono dalla sabbia. Ci troviamo lì proprio quando il cameriere del ristorante su palafitta, a due passi dalle Fumarole, controlla la cottura del polpo cucinato al cartoccio sotto la sabbia rovente delle fumarole. E questa è stata, forse, l’unica parentesi divertente di questa lunga escursione sulla spiaggia dei Maronti. Dopodiché, ci siamo voltati scorati, avendo dinanzi a noi tre chilometri di spiaggia da percorrere a ritroso ed il sole cocente di mezzogiorno dritto sulla fronte.

Saluto ad Ischia

Torniamo alle moto ed abbiamo giusto il tempo di raggiungere Ischia Porto, per mangiare qualcosa, imbarcarci e tornate in terraferma. Un’ottima pizza, pronta in pochi minuti, la prendiamo da “Il Calabrese”, a due passi dagli imbarchi… e siamo sul traghetto. Finisce qui il giro di Ischia in moto.

Dura sempre troppo poco una vacanza in moto….

Un grande grazie ai miei compagni di viaggio, indispensabili, direi, per le mie avventure in moto 🏍 .

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alleroL

Ho sempre scritto raccontando ciò che mi appassiona: dei cavalli prima dell'ippoterapia poi. Infine, riscopro la mia adolescenziale passione per le moto e nasce Teste di Casco. Inseguo solo ciò che mi appassiona!

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