Val di Noto in moto

Val di Noto in moto: scopri 3 borghi indimenticabili

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Se sei alla ricerca di un itinerario che combini strade panoramiche, borghi scenografici e una natura inconsueta un itinerario nella Val di Noto in moto è ciò che fa per te!

Ma quale potrebbe essere il modo migliore per esplorare questa sub-regione della Sicilia sud orientale? Certamente guidati dalle persone che conoscono meglio il territorio! È proprio quello che abbiamo fatto partecipando al Trofeo delle Regioni Turismo (TDR), un evento organizzato dalla Federazione Motociclistica Italiana (FMI), in cui i motoclub locali ci hanno guidato attraverso alcuni dei luoghi più iconici della Val di Noto.

In questo articolo condivideremo proprio quei percorsi che ci hanno condotti, attraverso i suggestivi Monti Iblei, alla scoperta dell’entroterra della Sicilia, che sorprende per i suoi paesaggi aspri e scenografici. Un viaggio seducente attraverso l’immersione in 3 borghi surreali, perle del barocco siciliano, come Ragusa, Modica e Scicli, che lasciano senza fiato.

Allaccia il casco e partiamo!

Val di Noto in moto TDR Sicilia 2024
Gruppo Tour 6 in partenza per l’itinerario in Val di Noto in moto all’interno del TDR Sicilia 2024 FMI

Val di Noto: tutto quello che c’è da sapere

Credi di sapere tutto sulla Sicilia? Preparati a essere smentito… perché proprio quando pensi di conoscerla, questa terra ti sorprende di nuovo. Esattamente quello che è successo a noi durante uno dei briefing con gli organizzatori del nostro giro in Sicilia.

Mentre raccontavamo del nostro entusiasmo per l’itinerario “nella Val di Noto”, con un mezzo sorriso, uno degli organizzatori ci ha subito ripresici: La Val di Noto? Eh no, ragazzi, si dice il Val di Noto! Ci siamo scambiati sguardi meravigliati e abbiamo riso, ma è stato un momento interessante per capire meglio le radici storiche di questo territorio affascinante.

Il Val di Noto infatti, non è una semplice valle delimitata da montagne, come il nome potrebbe suggerire. Si tratta di un’antica circoscrizione amministrativa della Sicilia, conosciuta come “Vallo di Noto”o “Val di Noto” al maschile. Questo antico distretto si estendeva lungo l’area sud-orientale dell’isola, comprendendo diverse città, tra cui Catania, Siracusa, Ragusa, Modica, Noto, Scicli, Avola, Ispica… oggi note per il loro magnifico barocco.

Tuttavia, la storia di questo territorio è profondamente segnata da un evento tragico: il terremoto del 1693, che devastò buona parte della Sicilia orientale, radendo al suolo molti centri abitati. La risposta a questa catastrofe fu sorprendente: la ricostruzione avvenne in uno stile architettonico che celebrava la vita e la rinascita, nella sua modalità ridondante ed enfatica, ovvero con il barocco siciliano.

Noto in moto con il Moto Club il Nibbio Avigliano
Cattedrale di San Nicolò a Noto, uno dei simboli del Barocco Siciliano, e il gruppo del Motoclub “Il Nibbio Avigliano”

Oggi, camminando tra le strade di molte città del Val di Noto, si possono ammirare i risultati di quella rinascita, dove chiese, palazzi e piazze incarnano una grandiosità artistica senza pari.

Ma c’è un’altra cosa che potrebbe sorprendervi… Non sono solo le città a lasciare a bocca aperta, ma anche i paesaggi del Val di Noto mettono in mostra una Sicilia che non ti aspetti. I Monti Iblei sono colline affascinanti, dove una natura prorompente è punteggiata da boschi, profonde valli e canyon….

Ne consegue che le strade che attraversano questo territorio sono un sogno per ogni motociclista. Ogni curva regala una nuova vista: valli immense, grotte naturali, distese di campagna e piccoli borghi che sembrano essersi fermati nel tempo.

Quando diciamo che guidare nella Val di Noto in moto ti lascerà senza fiato, lo intendiamo davvero!

Itinerario nella Val di Noto in moto: curve, panorami e borghi da non perdere

Il nostro itinerario alla scoperta di alcuni dei luoghi più suggestivi della Val di Noto parte dall’uscita dell’autostrada di Sortino, un piccolo comune adagiato alle pendici dei Monti Iblei.

Da qui ci immettiamo sulla SP 60, una strada panoramica che, pur presentando qualche tratto di asfalto un po’ consumato, ci ripaga abbondantemente con viste spettacolari sulle colline siciliane. È una di quelle strade che ci invita a rallentare, non solo per le curve, ma per ammirare ogni angolo di paesaggio che si apre davanti a noi. Ogni tornante nasconde una nuova vista sui Monti Iblei e sulla straordinaria Riserva di Pantalica, un sito archeologico UNESCO da non perdere.

Dal Tour in Val di Noto in moto: la SP 60

Superato Sortino, proseguiamo sulla SP 29, una strada scenografica che ci porta verso Buccheri, uno dei borghi più belli d’Italia. Qui, la strada sale ancora di quota, offrendoci panorami inaspettati e mozzafiato. Le curve ci divertono, ma è il panorama il vero protagonista di questo tratto.

Da Buccheri, ci immettiamo sulla SS 124, una strada ampia e perfettamente asfaltata che ci regala la sensazione di essere su una pista, con curve veloci e fluide. Attraversiamo il Bosco della Contessa, un angolo verde e incontaminato, prima di arrivare a Buscemi e Palazzolo Acreide, borghi siciliani autentici che trasudano storia e bellezza. Qui il tempo sembra essersi fermato, e ogni angolo racconta una storia antica.

Val di Noto in moto Pantalica

Dopo Palazzolo, percorriamo la SP 23, una strada sinuosa e affascinante, costeggiata da muretti a secco e rocce calcaree, che ci conduce a Giarratana. Da qui, prendiamo la SS 194 per avventurarci nel cuore della Val di Noto. Questo tratto ci regala una delle esperienze più affascinanti del viaggio: attraversando il Lago di Santa Rosalia, con un susseguirsi di curve che serpeggiano attraverso una campagna punteggiata di uliveti, muretti a secco e rocce carsiche, raggiungiamo le perle di Ragusa Ibla e Modica.

Infine, da Modica, seguiamo la SP 54 per raggiungere l’ultima tappa di questo emozionante itinerario: Scicli. Qui la strada attraversa un paesaggio unico, con colline rocciose e distese verdeggianti che ricordano le atmosfere della Murgia Materana. Ogni curva della stretta valle scavata dalla fiumara di Modica ci sorprende con antichi casali e piccole fattorie nascoste.

La mappa

Il nostro itinerario in moto ci porta attraverso alcuni dei luoghi più suggestivi della Val di Noto, su strade che alternano curve emozionanti e panorami mozzafiato. Il percorso si estende per circa 150 chilometri che, in condizioni ideali, si può affrontare in 4-5 ore di guida effettiva.

Tuttavia, per assaporare appieno le bellezze che incontreremo lungo il cammino, vi consigliamo di suddividere il tragitto in due o più giorni. Fermarsi a esplorare le cittadine e i borghi che si affacciano sul questo percorso renderà l’esperienza ancora più intensa, dandovi il tempo di scoprire con calma la ricchezza artistica e naturale che questo territorio offre.

Completa il tuo itinerario in moto

Puoi consultare i seguenti articoli per completare il tuo itinerario nella Sicilia orientale:

Cosa vedere in questo itinerario in Val di Noto in moto

Attraversare la Val di Noto in moto non è solo un’avventura per gli amanti delle curve e delle strade scenografiche, ma un viaggio nel cuore di una storia antica e affascinante. Ogni borgo, ogni tappa del percorso racconta qualcosa di unico: dalle antiche necropoli di Pantalica alle chiese barocche di Modica, dagli affascinanti scorci medievali di Buccheri alle splendide strade di Ragusa Ibla. Ecco cosa non perdere durante questo viaggio.

Sortino e Pantalica: un viaggio nella storia antica

Prima tappa di questo viaggio nel Val di Noto in moto è Sortino e il suo territorio, che accoglie uno dei siti archeologici più importanti della Sicilia: Pantalica.

La cittadina, che in epoca saracena era un importante avamposto militare, fu rasa al suolo dal terremoto del 1693. Ricostruita secondo lo stile dell’epoca, anche Sortino offre un assaggio di barocco.

Il suo centro storico merita una visita per le chiese barocche come la Chiesa Madre di San Giovanni Evangelista, e per il famoso Museo dell’Apicoltura, che racconta l’antica tradizione locale della lavorazione del miele.

Alle spalle di Sortino sorge Pantalica un’area patrimonio UNESCO dal 2005. Si tratta di un’ampia area naturalistica (Riserva Orientata Valle dell’Anapo), un altopiano delimitato da canyon scavati nei secoli dal fiume Anapo. Su queste pareti a strapiombo, durante la tarda età del bronzo, furono costruite delle necropoli, oltre 5.000 tombe scavate nella roccia. Le necropoli sono visitabili attraverso percorsi di media difficoltà e lunghezza.

Buccheri, Buscemi, Palazzolo Acreide e Giarratana: scopri i tesori meno conosciuti

Se hai voglia di fare un tuffo in un passato lontano, con scorci che sembrano essere rimasti intatti nel tempo, fai sosta in almeno qualcuno di questi 4 borghi autentici:

  • BUCCHERI è uno dei “Borghi più belli d’Italia“, conosciuto per il suo “Castello del Diavolo” e per le sue vedute mozzafiato sui Monti Iblei. Anch’esso duramente colpito dal terremoto del 1693 e ricostruito secondo i dettami del tardo-barocco, ha nella Chiesa di Sant’Antonio il suo capolavoro più prezioso.
  • BUSCEMI è un gioiellino meno conosciuto e grazie a questo conserva la veracità degli antichi borghi di Sicilia. Nato come avamposto militare, conserva i ruderi del castello. Le case in pietra si dispongono intorno alle antiche chiese con le facciate barocche. La Chiesa madre della Natività di Maria Santissima, fa da sfondo all’arteria principale del paese. Buscemi è soprannominato “paese-museo” per l’allestimento di un itinerario etnoantropologico “I luoghi del lavoro contadino>Info e mappa
  • PALAZZOLO ACREIDE un’altra perla barocca poco conosciuta, nota come “il giardino di pietra della Sicilia“. Cittadina dalle origini molto antiche conserva i resti del suo periodo ellenistico nel Parco Archeologico di Akrai. Il Teatro Greco è ancora in uso, mentre rimangono le fondazioni di un tempio arcaico e dell’acropoli. Nel centro storio la visita può partire da Piazza del Popolo, dove ammirare la Chiesa di San Sebastiano. Da non perdere anche Piazza San Paolo impreziosita non da una, ma da ben 2 chiese: la Chiesa Madre di San Nicola e la Chiesa di San Paolo. Proseguendo lungo i vicoli acciottolati si raggiunge Chiesa dell’Annunziata. E per gli amanti della storia medievale, non mancano i ruderi del castello.
  • GIARRATANA, il più piccolo dei quattro, è noto come “La perla degli Iblei“. Situato sull’alta valle del fiume Irmino, si trova immerso in un incantevole paesaggio collinare, incastonato tra il Monte Lauro, antico vulcano estinto, e il Lago di Santa Rosalia. La meravigliosa Chiesa barocca di S. Bartolomeo la incontrerete di strada, mentre la Basilica si S. Antonio Abate si nasconde tra le suggestive stradine acciottolate del quartiere più antico “U Cuozzu”, dominato dai rudei del “Castello dei Settimo“.

Ragusa: la provincia più a sud d’Italia

Ragusa si trova sulla parte sud dei Monti Iblei e vanta il primato di essere il capoluogo di provincia più a sud d’Italia. Non solo… E’ anche una delle città più importanti del patrimonio culturale italiano, nonché Patrimonio Mondiale dell’Umanità UNESCO.

Città antica, dove uno straordinario passato si incontra con un florido presente, Ragusa risale al periodo neolitico. Subì influssi greci, romani, bizantini, arabi, normanno-svevi, angioini, aragonesi… Ma la fiorente città medioevale venne distrutta dal terribile terremoto del 1693.

Ragusa Ibla

Ragusa Ibla, dunque, rappresenta il cuore più antico della città di Ragusa dove, del vecchio borgo medievale, rimane la conformazione urbanistica, fatta di strade strette, scale e vicoli. Si scorgono ancora parte delle mura bizantine e si conserva il portale in stile gotico del trecentesco duomo di San Giorgio. Dell’antico castello federiciano invece non vi è traccia: i resti furono completamente asportati nei primi del Novecento per far posto ad un Distretto Militare, che oggi ospita una facoltà Universitaria.

Piazza della Repubblica rappresenta il crocevia tra le due Ragusa, ma è anche il luogo dove trovare un ampio parcheggio 🅿️ per iniziare l’esplorazione a piedi della città. Su Piazza della Repubblica si affaccia la Chiesa delle Anime Sante del Purgatorio, una delle chiese più antiche di Ragusa in quanto non fu danneggiata dal terremoto.

Passeggiare per le sue strade significa immergersi in un’atmosfera unica, dove ogni chiesa e ogni palazzo sembrano raccontare la storia di una resurrezione artistica. Tra i principali monumenti spicca il Duomo di San Giorgio, con la sua facciata sontuosa e la scalinata che domina la bellissima Piazza Duomo.

Val di Noto in moto
Duomo di San Giorgio a Ragusa Ibla

Seguendo Corso XXV Aprile, tra eleganti palazzi e botteghe artigiane, si ammira la chiesa di San Giuseppe. Continuando si raggiuge il Giardino Ibleo, un’oasi verde da cui si gode di una vista panoramica sulla Valle dell’Irminio e sui Monti Iblei. Al suo interno si passeggia tra piante esotiche, fontane e sculture che fanno da sfondo a ben 3 chiese: la chiesa di San Vincenzo Ferreri (Auditorium); la chiesa di Giacomo Apostolo e la chiesa di Sant’Agata ai Cappuccini.

A pochi passi, sicuramente da non perdere, troviamo il portale del trecentesco Duomo di San Giorgio, un antico tesoro superstite al terremoto del 1692 dell’originario Duomo di San Giorgio.

Il così detto “Quartiere delle Scale“, o meglio Quartiere Santa Maria, ci introduce a Ragusa Superiore. Non importa quale scala prenderete, il panorama che avrete vi lascerà incantati: Ibla vi sembrerà traboccare case, casette e palazzi.

Panorama di Ragusa Ibla da Corso Mazzini

Facendo la Salita Commendatore, ammirerete sia Palazzo Cosentini che la chiesa di Santa Maria D’Itria, che con il suo imponente campanile dalla cupola blu caratterizza molti degli scatti dell’affascinante panorama di Ragusa Ibla.

Per raggiungere Ragusa Superiore potrete riprendere la moto e percorrere i suggestivi tornanti di Via Mazzini fermandovi (se possibile) ad ammirare i meravigliosi View Point su Ibla.

Ragusa Superiore

Ragusa Superiore è la zona più moderna, dove l’abitato si estende squadrato da vie più ampie. Qui si trovano i negozi, i locali alla moda, ma anche alcune chicche interessanti da scoprire.

Corso Italia è la via principale, dove incontriamo alcuni dei palazzi più preziosi in architettura barocca. Continuando si arriva in Piazza San Giovanni Battista, dove si erge maestosa la Cattedrale di San Giovanni Battista, anch’essa un magnifico esempio di barocco siciliano.

@wondersofsicily.com

Alle spalle della cattedrale, in Via Roma, si ammira Palazzo Schininà, sede della curia vescovile, e la strada pedonale di Ragusa Superiore.

Tra i vicoli è possibile raggiungere i tre ponti di Ragusa: il più suggestivo è sicuramente Ponte Vecchio o Ponte dei Cappuccini, costruito nel 1843, che ricorda gli antichi ponti ad archi dei romani.

Idee su cosa fare a Ragusa

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Modica

Modica, capitale della storica Contea di Modica, è stata per secoli una delle città più potenti e influenti della Sicilia.

Le sue origini troglodite, con abitazioni in grotta, simili a quelle della città di Matera parlano di una Modica preistorica. La leggenda attribuisce la sua fondazione ad Ercole, e nel corso dei secoli fu dominata da Greci, Romani e Arabi. Conquistata dai Normanni nel 1296, Modica divenne capitale di uno dei più importanti stati feudali del Sud Italia.

Il terremoto del 1693 devastò la città, ma la ricostruzione in stile barocco la rese una delle gemme architettoniche della Sicilia.

Modica si espanse: inizialmente adagiata intorno al castello feudale, si estese fino al fondo valle, attraversata da due fiumi e ben 17 ponti, tanto da essere paragonata a Venezia. Tuttavia, l’alluvione del 1902 portò alla copertura dei fiumi e alla nascita del Corso Umberto I, attorno al quale si sviluppò il moderno quartiere di Modica Bassa.

Il Tour di Modica

Oggi, il centro storico di Modica è un trionfo di chiese e palazzi monumentali. La sua configurazione territoriale è particolarmente scenografica, con strade e scalinate che si arrampicano lungo le colline e offrono viste panoramiche uniche sulle differenti zone della Città.

Il modo migliore per visitare Modica è a piedi. Troverete un parcheggio 🅿️ dedicato alle moto in Corso Umberto I, nei pressi della Chiesa di Santa Maria del Soccorso, punto in cui poter iniziare il tour nella città.

Salendo lungo Corso Giuseppe Garibaldi raggiungerete il fondo della favolosa scalinata del Duomo di San Giorgio, considerato uno dei luoghi di culto barocchi più imponenti di tutta la Sicilia.

Continuando su Corso San Giorgio si arriva al Castello dei Conti, posto sulla sommità di uno sperone roccioso che domina tutta la città. Il castello così come appare oggi è frutto della ricostruzione a seguito del terremoto del 1693 e di successivi rimaneggiamenti. Visitabile in parte (biglietto €3).

Poi una scalinata panoramica in discesa ci introduce al Museo Casa Natale Salvatore Quasimodo, scrittore modicano che ebbe premio Nobel per la Letteratura (1959). La visita in questo piccolo museo costituisce un’occasione non solo per conoscere l’arte di Salvatore Quasimodo, ma è anche il racconto di un epoca, della sua società e di questo territorio.

Tra i vicoli, si incontra la più antica chiesa di Modica. Si tratta della Chiesetta Rupestre di San Nicolò Inferiore, scoperta solo del 1987, che racconta della dominazione bizantina sulla città.

Infine, si torna nella Modica Bassa, passando per la Chiesa di Santa Maria di Betlem, una chiesa che conserva parte della facciata e, all’interno, la bellissima “Cappella Palatina” (dichiarata monumento nazionale) del 1500, scampati al terremoto del 1693.

Scendendo verso P.zza principe di Napoli, incontriamo Palazzo San Domenico e l’annessa chiesa della Madonna del Rosario, anch’essi inseriti nella lista dei Beni dell’Umanità dell’UNESCO. Oggi sede del Municipio, nacque nella metà del ‘400 come convento domenicano e poi adibito a tribunale dell’inquisizione. All’interno del chiostro è visitabile una interessante cripta sotterranea (del Seicento), luogo simbolo dell’inquisizione a Modica. All’ingresso del poderoso chiostro si osserva una lapide indicante il livello dell’acqua raggiunto dall’alluvione del 1902.

Si risale poi lungo C.so Umberto I, per chiudere l’anello e tornare al punto di partenza. Ma abbiamo ancora 2 tappe imperdibili in questo mini tour di Modica: il Museo del Cioccolato, di cui parliamo nel prossimo paragrafo e il Duomo di San Pietro.

@giornalecittadinopress.it

Il cioccolato di Modica

Modica è famosa in tutto il mondo per la sua produzione di cioccolato, che ha ottenuto la denominazione IGP (Indicazione Geografica Protetta) ad esaltare l’eccellenza del prodotto.

La particolarità di questo cioccolato risiede nel metodo di lavorazione, un procedimento ideato dagli aztechi nell’antico Messico, e introdotto nella Contea di Modica dai dominatori spagnoli nel corso del 1700.

Contrariamente a quanto è avvenuto nel resto del mondo, la produzione del Cioccolato di Modica non è mai passata alla lavorazione industriale, così il prodotto ha conservato una unicità e una qualità singolare. Si parte dalle fave di cacao, che arrivano dall’Africa e da Sud America, che vengono macinate e lavorate a bassa temperatura (max 45°). Così facendo, lo zucchero aggiunto al composto non si scioglie e conserva una caratteristica granulosità.

Altra caratteristica, tipica del Cioccolato di Modica, è l’aggiunta di spezie e aromi, così il cioccolato assume un’infinità di gusti.

Se sei curioso di assaggiare la singolarità del cioccolato di modica puoi comprarlo > qui …

Il Museo del Cioccolato mette in mostra una galleria di sculture di Cioccolato di Modica, alcune delle quali sono state esposte in musei internazionali. Un’opera maestosa è l’Italia in miniatura, un bassorilievo di nove metri dove le città vengono rappresentate con i monumenti iconici.

Troviamo esposti anche alcuni manoscritti d’epoca che raccontano la storia del Cioccolato di Modica e galleria degli incarti speciali realizzati negli anni. Inoltre, una teca raccoglie le medaglie d’oro e le onorificenze conquistate nelle esposizioni Internazionali.

Idee su cosa fare a Modica

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Scicli

Scicli è forse la città meno conosciuta rispetto a Ragusa e Modica, ma non per questo meno affascinante. Un piccolo gioiello barocco recentemente riscoperto e valorizzato grazie all’inserimento nel Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

Anche le sue origini risalgono ad epoche preistoriche. Come a Ragusa e Modica, il territorio di Scicli si caratterizza per la presenza di cave e grotte carsiche, connotazione favorì la nascita di numerosi insediamenti rupestri. Poi ebbe influenze greche, romane, bizantine, ma è sotto la dominazione araba e normanna che la città conobbe un maggiore sviluppo.

Anche Scicli fu distrutta dal terremoto del 1693 e venne successivamente ricostruita seguendo il gusto barocco dell’epoca. Nonostante le sue dimensioni più ridotte, Scicli offre alcune delle più belle espressioni di questo stile.

Il centro storico è un dedalo di vie acciottolate, palazzi nobiliari e chiese che si snodano lungo una pianura dove si incontrano tre valli, chiamate “cave”: la cava di Modica, di Santa Maria La Nova e di San Bartolomeo. Queste valli corrono ai piedi di speroni rocciosi che regalano alla zona un aspetto molto pittoresco.

Il Tour di Scicli a piedi

Il cuore di Scicli è via Francesco Mormino Penna, che si allarga in una suggestiva piazzetta, P.za del Municipio, che probabilmente riconoscerete essendo stata luogo di molte delle riprese della popolare serie televisiva “Il commissario Montalbano”. Il Palazzo del Comune, risalente ai primi del ‘900, ha rappresentato nella serie TV l’ingresso del commissariato di “Vigata”, cittadina immaginaria della Sicilia in cui avevano luogo gli episodi tratti dai romanzi di Andrea Camilleri.

Proprio accanto al Comune si erge la Chiesa di San Giovanni Evangelista, con i sui elemento tipici del Barocco Siciliano. All’interno è custodito un famoso dipinto noto come il “Cristo in gonnella”, ovvero il “Crocifisso di Burgos”, che ritrae il Cristo crocifisso con una lunga veste sacerdotale.

Proseguendo lungo Via Penna si incontra la settecentesca Chiesa di San Michele Arcangelo. Accanto vi è il Palazzo Spadaro, uni dei più belli di Scicli, dove si trova il Museo dell’Antica Farmacia Cartia. Nel piccolo museo sono conservati i mobili originali, gli strumenti di laboratorio, i medicamenti e i veleni che raccontano la storia di un secolo.

Poco distante dal Municipio, attraversata la Via Nazionale, tra i vicoli si nasconde il Palazzo Beneventano, tra gli edifici tardo barocchi più belli di tutta la val di Noto. 

La Chiesa di San Matteo, che domina la città dall’alto, e il Palazzo Beneventano, considerato uno dei palazzi più belli del barocco siciliano, sono solo due esempi del ricco patrimonio architettonico della città.

Proseguendo tra i vicoli si arriva in P.za Italia, la più grande di Scicli, dove campeggia la Chiesa Madre dedicata a Sant’Ignazio di Loyola. All’interno della chiesa è custodita la singolare raffigurazione della “Madonna delle Milizie“, dipinta con la spada in mano mentre cavalca un cavallo che calpesta due soldati turchi.

prendendo Via San Bartolomeo si raggiunge la Chiesa di San Bartolomeo, risalente ai primi del 1400 e poco interessato dalla catastrofe del terremoto del 1693. Questa chiesa si colloca in uno scenario suggestivo, costituito dal canyon di C.da Chiafura, dove si possono osservare arcaiche abitazioni scavate nella roccia, molto simili ai Sassi di Matera.

La popolazione sciclitana abito queste case-grotte fino agli anni 50 del 900. È molto suggestiva la visita alla rutta ri Ron Carmelo, al cui interno è stato conservato l’arredamento e gli oggetti tipici di quegli anni.

Finito il tour a piedi possiamo riprendere la moto per concludere un giro nella città e vedere ancora Piazza Busacca, intitolata al un banchiere benefattore che contribuì con le sue ricchezze allo sviluppo di una cinquecentesca Scicli.
Qui si trova anche la Chiesa Convento della Madonna del Carmine risalente al 1300 e ricostruita in stile tardo barocco dopo il terremoto del 1693.

Assolutamente da non perdere, per finire, una vista panoramica della città di cui si può godere raggiungendo la Chiesa di San Matteo, posta su un colle omonimo, in posizione soprelevata rispetto alla città, dove un tempo sorgeva il nucleo originario di Scicli.

Idee su cosa fare a Scicli

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Conclusioni: un viaggio, un’esperienza e dei ricordi indimenticabili

Ogni curva di questo itinerario, ogni borgo attraversato e ogni panorama lungo la strada ha reso questo viaggio nella Val di Noto in moto un’esperienza indimenticabile.

I panorami mozzafiato che si aprivano improvvisi dietro ogni collina, le strade sinuose che sembravano disegnate apposta per chi, come noi, vive il viaggio su due ruote, e l’organizzazione puntuale del gruppo che ha lavorato al TDR Sicilia della FMI hanno fatto di questo percorso molto più di un semplice itinerario. Ci hanno fatto entrare nella natura, nella cultura e nella storia antica di questo territorio incredibile.

Abbiamo avuto la fortuna di essere guidati dalle persone del luogo, i motociclisti dei motoclub FMI territoriali che ci hanno accompagnato a scoprire mostrato i segreti meglio custoditi del Val di Noto e ci hanno fatto vivere la Sicilia più autentica.

Se questo racconto ti ha fatto venire voglia di partire, prendi la tua moto, allaccia il casco e segui le nostre tracce. E se l’articolo ti è piaciuto o ti ha ispirato, condividilo con chi, come te, non vede l’ora di scoprire nuovi itinerari e luoghi magici. Aiutaci a far crescere la nostra community di motociclisti viaggiatori e a far conoscere il blog Teste di Casco!

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alleroL

Ho sempre scritto raccontando ciò che mi appassiona: dei cavalli prima dell'ippoterapia poi. Infine, riscopro la mia adolescenziale passione per le moto e nasce Teste di Casco. Inseguo solo ciò che mi appassiona!

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