Craco, la città fantasma, è uno dei misteri più affascinanti della Basilicata. Nominata patrimonio dell’Unesco, questo borgo medioevale, abbandonato definitivamente negli anni ’60, assume un’aria spettrale e magica. Inserita nello scenario surreale dei calanchi, rappresenta una meta quasi leggendaria. E’ possibile raggiungerla in moto seguendo diversi itinerari. Ma quello che abbiamo percorso oggi è stupendo per il suo paesaggio variegato, passando dal fitto bosco del Parco di Gallipoli-Cognato ai calanchi aspri e desertici. Un itinerario di circa 100km, toccando dai 1100m ai 100m sul livello del mare.
E’ il 26 dicembre, giorno di Santo Stefano. Partiamo in 7. Tra i nostri c’è anche uno Stefano… Si festeggia!! ahahah!
L’itinerario
Il nostro percorso per raggiungere Craco in moto parte dalla grande arteria stradale Basentana SS407 (E847). Uscita Campomaggiore. Ed è proprio qui, che temiamo il peggio per una BMW… Ma risolviamo alla meglio e si parteeee!!
Seguamo le indicazioni per Accettura e ci addentriamo in una stradina tipicamente di montagna, con tanti fantastici tornanti! La strada è stretta, l’asfalto non proprio perfetto: il manto è vecchio e si può incontrare dello sporco (brecce o escrementi). Ma ci troviamo nel fitto bosco del Parco Gallipoli Cognato e l’atmosfera è eccitante. Continuiamo a salire per 20km, tra alberi enormi e curve spassose. Incontriamo le grosse vacche podoliche che pascolano brade e facciamo pausa nell’oasi faunistica, ammirando caprioli, cervi e daini. Pertanto, lo spettacolo vale quel tanto di attenzione in più nel percorrere questa provinciale.
Usciti dal bosco, poco prima di arrivare ad Accettura, decidiamo di svoltare per Garaguso. L’intenzione è quella di raggiungere la SP4, per immergerci nel paesaggio spettrale dei calanchi. Le montagne disegnate da solchi argillosi verticali e il colore grigio/giallo dell’argilla rendono il paesaggio simile a quello lunare. Uno scenario surreale ed abbagliate… La strada è larga e con poche curve veloci, quindi in circa una mezz’ora arriviamo a Craco.
Craco
Raggiungere Craco è emozionante. Il paese, ferito, ma ancora in piedi, è lì solo, silenzioso e grigio. Le finestrelle delle casette di pietra sembrano osservare noi che lo scrutiamo. Mentre nella nostre menti circolano delle domande: “cosa sarà successo?”; “perché è stato abbandonato?”; “cosa avranno provato gli abitanti a lasciare le loro case?”. Nello stesso tempo il paesaggio sullo sfondo, di una bellezza disarmante, incanta. La voglia di affacciarsi da una delle finestre e guardare quel panorama è fortissima… per immaginarla viva…!
Craco subì diverse ondate di spopolamento, ma l’ultimo definitivo avvenne negli anni ’60 a causa di una frana. Oggi è possibile visitare la città solo con l’accompagnamento di una guida. Lungo percorsi messi in sicurezza da alcuni interventi di restauro, ci si può addentrare in gran parte del borgo. Per maggiori informazioni www.comune.craco.mt
Via da Craco: il rientro
E’ la seconda volta che vedo Craco e vado via senza aver messo piede tra viuzze e casette. Riparto con una senso di incompiutezza e insoddisfazione. Ma per fortuna c’è lei che mi aspetta, la mia pazientissima FZ6, e il divertimento continuaaaa…! Scendiamo in direzione Pisticci Scalo e incontriamo ancora tornanti! Poi si arriva giù, c’è la pianura, e si sa che in pianura si scorre dritti… e veloci… Si oltrepassa Peschiera e un piccolo tratto sulla SP176 ci permette di raggiungere la Basentana e quindi di ritornare a CASA. Ma non dopo il brindisi a Stefano! Auguriii!!!
Un itinerario alternativo e altrettanto bello per raggiungere Craco è quello che trovi descritto nell’articolo Da Potenza a Metaponto in moto, passando per Guardia Perticara e Craco.
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