Tracciamo un itinerario in moto nei Calanchi della Basilicata per sorprendervi!
Incastonata tra il Tirreno e lo Ionio, conosciuta per i suoi boschi centenari e la natura incontaminata dell’Appennino Lucano, le morbide colline del materano e le abbondanti acque di fiumi e invasi naturali, la Basilicata offre anche un esteso paesaggio desertico.
Così, in questa regione generosa per varietà di paesaggi, incontriamo i Calanchi della Basilicata, formazioni geologiche dai profili improbabili, capaci di creare un’atmosfera di rara bellezza. Immense distese dorate e increspate che ci proiettano in affascianti paesaggi lunari.
Su strade immerse in una pace irreale, questo itinerario in moto nei calanchi ci condurrà in una inconsueta missione spaziale: la scoperta dei Calanchi.
Cosa sono i calanchi?
I calanchi sono delle formazioni geomorfologiche, risultato dell’erosione del terreno nel corso di milioni di anni. Rocce argillose modellate dall’acqua che si caratterizzano per una conformazione a solchi profondi e creste spigolose, che creano pareti ripide e prive di vegetazione.
L’ambiente dei calanchi lucano è variegato e presenta una unicità geologica di interesse mondiale: qui infatti è possibile osservare tutti gli stadi dell’evoluzione morfologica delle argille. Si ammirano sistemi di calanchi con creste sottili denominate a “Lama di coltello” che rappresentano uno stadio iniziale di erosione, e altre rotondeggianti chiamate “Biancane” che testimoniano forme erosive più mature. La loro disposizione dà vita a forme spettacolari: a spina di pesce, a raggiera o a pettine.
Nella natura selvaggia dei calanchi il colore giallo crema è quello dominante. Un chiarore abbagliante che spicca contro l’azzurro del cielo e ricorda la superficie lunare.
Un paesaggio selvaggio, aspro e suggestivo che a ogni sguardo regala un senso di sconfinato.
E d’ogni intorno, altra argilla bianca senz’alberi e senz’erba, scavata dalle acque in buche, in coni, piagge di aspetto maligno, come un paesaggio lunare. Senza che nulla ancora frapponga allo sguardo, l’infinita distesa delle argille aride, senza un segno di vita umana, ondulanti nel sole a perdita d’occhio.
Così Carlo Levi, descriveva i Calanchi della Basilicata, nel suo capolavoro Cristo si è fermato a Eboli.
Quel che è certo è che trovarsi davanti ai calanchi lascia senza fiato. Dunque vediamo quali sono le migliori tappe per un suggestivo itinerario in moto nei calanchi lucani, per sentirsi davvero sbarcati sulla luna.
Itinerario in moto nei calanchi della Basilicata
Il nostro itinerario nei Calanchi parte da Pisticci e toccherà 4 tappe speciali in cui ci immergeremo completamente nel paesaggio calanchivo.
Un itinerario naturalistico, che si snoda prevalentemente su strade secondarie e minori, pertanto, siate pronti ad un po’ sterrato, alla polvere e all’accecante bagliore tipico dei paesaggi desertici.
E’ un itinerario on-off, ma di facile approccio, che ci introdurrà nella Basilicata più arcaica e selvaggia, quella Basilicata che non ti aspetti!
MAPPA delle 4 tappe in un itinerario in moto nei Calanchi della Basilicata
1 Il Teatro dei Calanchi, Pisticci
Conosciuta come “il balcone sullo Jonio”, Pisticci si erge su tre colline “dove il terreno argilloso e caratterizzato da profonde scanalature” (Wikipedia), in sostanza sui calanchi. Niente di meglio per iniziare il nostro itinerario in moto nei calanchi!
Sarebbe divertente raggiungere il paese affrontando i tornanti della vecchia Provinciale Pozzitello-San Basilio… Tuttavia, la strada, essendo a rischio frane “porta” un bel divieto di transito… E’ poco frequentata e rovinata, ma il suo scenario proietta immediatamente nel suggestivo ambiente dei calanchi… Ma fate finta che non vi abbia detto nulla e percorrete la galleria San Rocco per raggiungete il centro della città.
Non mancate di visitare il caratteristico rione “Dirupo”, una perla dell’architettura lucana, caratterizzato dalle “Lammie“, tipiche casette bianche dai tetti rossi, allineate e disposte a gradoni sulla collina. Una bellissima veduta sull’antico quartiere si ha dall’affaccio della Chiesa Madre dei Santi Pietro e Paolo.
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Da qui, per Via Magenta, si raggiungerebbe una stradina che poggia proprio su un letto di calanchi e passa per la graziosa Chiesetta della Madonna delle Grazie… Arriveremmo diretti alla nostra primo obiettivo… Ma un bel divieto, anche qui, ci impedirebbe il transito… E dunque se non avete voglia di avventura… Dalla SP176, ai piedi di Pisticci, prendiamo direzione Craco Stigliano e, dopo soli 2 Km, ci immettiamo su una stradina secondaria che ci condurrà alla prima tappa di questo itinerario in moto nei calanchi.
La strada si addentra nella campagna, tra seminati, ulivi e calanchi. Ad un certo punto si fa sterrata e dopo poco, alla nostra sinistra, si apre una location sensazionale! E’ il Teatro dei Calanchi, un anfiteatro a cielo aperto, che nelle sere d’Agosto fa da scenografia, complice il cielo stellato, ad una serie di spettacoli teatrali e musicali. Qui l’atmosfera cambia e i rumori si attutiscono fino a svanire. Camminando tra le creste gli unici suoni che sentirete sono quelli delle vostre scarpe che calpestano l’argilla secca. Addentrandovi a piedi tra le dune d’argilla (seguendo i sentieri per non alterare l’ambiente) il bagliore è forte, così come le sensazioni che ci rimanda questo territorio aspro e selvaggio.
La zona selvaggia dei calanchi pisticcesi ha attratto numerose produzioni cinematografiche italiane e straniere. Ne citiamo alcune degli ultimi anni, come la fiction Rai “Imma Tataranni Sostituto Procuratore”, i film “I moschettieri del Re” di Giovanni Veronesi e “Paradise Valley” di Carlo Fusco, oltre alle clip musicali “La prima volta” dei Negramaro, “Una chiave” di Caparezza, il brano “Gravita con me” di Ermal Meta, “Mamacita” di Achille Lauro.
2 La Riserva Regionale dei Calanchi a Montalbano
Lasciata la suggestionante location del Teatro dei calanchi, restiamo sullo sterrato per circa 4 km e, dopo esser passati davanti a una piccola cappella storica risalente al 1600, raggiungiamo la strada provinciale 154 e proseguiamo in direzione di Montalbano Jonico,
Tappa dell’itinerario in moto nei Calanchi della Basilicata è la Riserva Regionale dei Calanchi di Montalbano, l’area calanchiva più estesa della Basilicata. Qui i calanchi si rivelano come vere e proprie sculture in un museo a cielo aperto, dove i moltissimi fossili consentono di leggere lo stratificarsi delle varie ere geologiche. Un susseguirsi di tracce che ripercorrono la storia del Pianeta, in particolare riportandoci al Pleistocene Inferiore e Medio ( tra 1.700.000 di anni fa e 130.000 di anni fa). Un sussulto d’eternità…!
La via d’accesso all’area della riserva è costituita proprio dalla cittadina Montalbano, che sui calanchi poggia le sue fondamenta.
Il centro storico di Montalbano Jonico è molto piacevole da visitare. Nel Rione Terra Vecchia si concentrano una serie di palazzi nobiliari databili tra il XVI e il XIX secolo. Il più significativo è Palazzo Rondinelli, al cui interno si trovano una piccola pinacoteca e numerosi reperti archeologici. Proprio accanto, attraverso l’Arco del Pubblico Orologio, si accede nel cuore più antico del centro storico.
Alla punta estrema del paese si collocano diversi affacci sulla Riserva Regionale dei Calanchi. Da qui partono le “Appiett”, antiche mulattiere che collegavano il centro abitato ai terreni e alle vie della transumanza, su cui si procede per addentrarsi nei calanchi di Montalbano a piedi.
3 Tursi e il Canyon dei Calanchi
A questo punto dell’itinerario in moto nei Calanchi della Basilicata, un bel po’ di tornanti ci attendono sulla Provinciale “Fratta”, in uscita da Montalbano. Ci immettiamo sulla SS 598 di Fondo Val d’Agri, ma ne percorriamo solo 5 km, per riprendere la SP 154 in direzione Tursi. Dopo altri 5 km, svoltiamo a sinistra seguendo direzione Policoro sulla Strada Provinciale Tursi-Policoro. E proprio questa strada ci riserverà una bella sorpresa: addentrandosi tra i calanchi, ad un certo punto si contorce e si fa “lunare”… Il percorso si addentra nel Canyon dei Calanchi Lucani: sono solo 2 km, ma l’incanto e il divertimento ne valgono 100!
Arrivati in cima al Canyon, ci allunghiamo fino al Santuario di Maria Santissima di Anglona, un luogo che vi colpirà per la sua atmosfera di pace e serenità. Elevato a monumento nazionale nel 1931, il santuario è tutto quello che resta dell’antica città di Anglona. Questo luogo ha radici storiche molto antiche: difatti Anglona sorse, poco prima dell’era cristiana, dalle rovine di Pandosia, città della Magna Grecia risalente probabilmente al VII sec a.C. . L’attuale struttura della Basilica di Anglona è datata tra l’XI ed il XII sec. e costituisce l’ampliamento di una prima chiesetta, risalente al VII-VIII sec. Anche se non siete amanti della storia e dell’architettura, questo luogo vi colpirà per la bellezza globale della location, solitaria e quieta…
Con estremo piacere, poi, ripercorriamo le curve disegnate nel Canyon dei Calanchi della SP Tursi-Policoro, per avviarci alla conclusione di questo itinerario in moto nei calanchi della Basilicata.
Sulla nostra strada abbiamo Tursi, un borgo estremamente caratteristico, anch’esso collocato su uno sperone calanchivo. Il suo quartiere più antico, la Rabatana, svetta sul resto dell’abitato, sospeso su profondi e inaccessibili burroni. Da qui avrete la possibilità di ammirare diverse vedute sull’incantevole scenario dei Calanchi fatto di canyon, pinnacoli e aride dune bianche.
Raggiungiamo la Rabatana percorrendo per 4 km, partendo da Tursi, la Strada Provinciale della Rabatana. Arriverete in cima, in piazza Antonio Popia, ai piedi del Castello.
Oggi troverete solo i resti di quello che fu un castello gotico del V secolo, di cui si possono ammirare i ben conservati e straordinari cunicoli sotterranei. Intorno al castello, a partire dal V secolo, furono costruite le prime case di pietra, ma la forte espansione si ebbe ad opera dei saraceni, alcuni secoli dopo. Furono proprio loro a conferirgli il nome di Rabatana e l’impronta araba è ancora oggi presente nelle costruzioni di questo antico quartiere.
Lasciamo Tursi per arrivare all’ultima tappa dell’itinerario in moto nei Calanchi: la Strada del Parco dei Calanchi di Aliano.
4 Aliano, il borgo dei calanchi e Carlo Levi
Dall’dall’antico e misterioso quartiere di Tursi riprendiamo la Strada Provinciale della Rabatana, attraversiamo Tursi e continuiamo sulla stessa strada per 25km, in direzione del Lago di Gennano. Attraversando tutta la campagna tursitana, tra uliveti e preziose coltivazioni di Arancia Staccia, una varietà antica e rara, raggiungiamo la SS598 Fondo Val d’Agri. Ne percorriamo 7 km, per svoltare sulla destra, su una piccola strada di campagna.
Non ci sono indicazioni (seguendo la mappa non sbagliate), dunque attenzione, potreste perdere il punto di svolta. Sarebbe un peccato perché questa location è davvero magica! È qui che si compie la nostra missione lunare… Questa piccola stradina si addentra sempre più profondamente in un’atmosfera aliena. Ad un tratto vi sentirete stralunati, impressionati da un panorama carsico in cui le lame di roccia calcarea sprofondano vertiginosamente in basso. Avrete la sensazione come se, da un momento all’altro, la gravità possa scomparire e all’improvviso possiate trovarvi catapultati nell’universo alla guida di un “moto rover lunare”…
Aliano, poi, è una tappa da non perdere. I sui affacci sui calanchi sono da capogiro!
Appena entrati in paese sarete accolti da una sequenza di murales che fanno riferimento al “Cristo si è fermato a Eboli”, romanzo autobiografico dello scrittore torinese Carlo Levi, che qui trascorse il suo confino per l’accusa di antifascismo (1935-1936) e qui scelse di essere seppellito dopo la sua morte (Roma, 1975).
E subito siamo costretti a tirare giù subito il cavalletto perché il “Balcone sui calanchi” ci offre un affaccio mozzafiato sulla “Fossa del Bersagliere“, un ripidissimo burrone che costeggia l’abitato di Aliano.
Camminando tra le casette di pietra potrete scoprire i cosiddetti “luoghi leviani“, intraprendendo un suggestivo itinerario che dalla Casa di Confino dello scrittore prosegue verso la Pinacoteca, all’interno di un Parco Letterario strutturato per accompagnare i visitatori negli angoli di Aliano che più hanno ispirato le profonde sensazioni che l’autore racconta nella sua opera.
Carine da ammirare sono anche le antiche “Case del Malocchio“, abitazioni a cui un tempo, per scacciare gli influssi negativi e gli spiriti maligni, venivano date sembianze di volto umano. Camminando nel centro storico scorgerete diverse curiose abitazioni con occhi, naso e bocca spalancata…
Conclusione dell’itinerario in moto nei Calanchi della Basilicata
Per concludere questo surreale itinerario in moto nei Calanchi della Basilicata non mancate di affacciarvi dal Belvedere dei calanchi. Sulla Strada Provinciale Aliano-Alianello trovate, su strada, un affaccio strepitoso su una distesa di cumuli di terra argillosa adornati da ciuffi di piccoli arbusti…. Il luogo ideale per lanciare un ultimo sguardo sui calanchi e sospirare un arrivederci a questo territorio meraviglioso.
La missione è compiuta, l’atterraggio in orbita lunare è avvenuto.
I paesaggi dei calanchi, unici e surreali, accarezzano l’anima, azzerano i pensieri, infondono pace… Tornerete a casa stregati, ricchi di una nuova prospettiva e felici per una incredibile esperienza…
Per continuare il viaggio in Basilicata potresti leggere:
Se l’itinerario in moto nei calanchi ti è piaciuto condividilo con i tuoi compagni d’avventura per organizzare una “missione lunare” tra i calanchi… Ci farebbe piacere, inoltre, ricevere le tue osservazioni nei commenti… Grazie per la lettura e buona strada!
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